Presentato a Venezia CREST- Cultural Resources for Sustainable Tourism
Superata la fase pandemica, il turismo è ripreso. Lo dimostrano i numeri delle presenze e le immagini che arrivano in questi giorni dalle affollate località turistiche e dai siti culturali italiani. Con la ripresa dei grandi numeri, anche le preoccupazioni di alcune comunità particolarmente toccate dal fenomeno dell'overtourism sono riemerse. Come conciliare una risorsa importante come il turismo culturale con la conservazione e il rispetto per il patrimonio?
Nasce da questo interrogativo CREST,lo spoke 9 del progetto Changes di cui CoopCulture è co-leader, insieme alla capofila Università Ca’ Foscari Venezia. Presentato oggi alla stampa nell’Aula Magna “Silvio Trentin” a Ca’ Foscari, il progetto, attraverso i fondi del PNRR, intende valorizzare le realtà locali per ripensare il turismo culturale, partendo dal patrimonio materiale e immateriale e declinandolo in chiave partecipativa.
L’obiettivo principale del progetto è coinvolgere attivamente le comunità per proporre modelli di sviluppo sostenibili e costruire intorno ad essi nuove narrazioni che sappiano cogliere la sfida del cambiamento climatico e della trasformazione digitale, approdando a soluzioni realmente condivise e innovative.
L’anima della linea di ricerca Risorse culturali per il turismo sostenibile (Cultural Resources for Sustainable Tourism) nasce dalla necessità di immaginare per il futuro soluzioni che siano in grado di tenere conto dei cambiamenti climatici, di tutelare le tradizioni e le identità dei territori, e soprattutto di integrarsi con le comunità locali in un rapporto virtuoso.
“In uno scenario caratterizzato dal conflitto permanente fra i bisogni insoddisfatti dei cittadini e lo sfruttamento turistico del territorio, il nostro progetto ha una missione ambiziosa - ha spiegato la professoressa Monica Calcagno, responsabile scientifico della linea CREST - fare del patrimonio culturale e paesaggistico una risorsa di cittadinanza attiva. Per raggiungere questo obiettivo guarderemo al patrimonio culturale come a una risorsa in divenire e costante trasformazione”.
A CoopCulture lo sfidante compito, come istanza finale del progetto, di creare occupazione qualificata. - è intervenuta Giovanna Barni, consigliera delegata all’Innovazione e referente del progetto per CoopCulture - Siamo orgogliosi e sentiamo il peso di questo ruolo. Le proiezioni danno un ulteriore incremento delle cifre sul turismo nel nostro Paese e con il nostro contributo intendiamo creare impatti positivi sulle comunità, provando a superare le disuguaglianze territoriali. Il bello della squadra messa in campo è che coinvolge università e imprese. Si è parlato di ingredienti per la qualificazione del patrimonio; CoopCulture potrà offrire gli strumenti: i modelli organizzativi su base cooperativa, i partenariati speciali pubblico privati, le tecnologie abilitanti, le competenze ibride.
"Sono lieto che la nostra cooperativa partecipi a questo importante progetto. -- ha commentato il presidente CoopCulture Adriano Rizzi -- Credo anch'io, com’è stato detto più volte oggi, nella ‘capacità trasformativa del patrimonio culturale’ e nella sinergia fra diversi attori per costruire una nuova fruizione allargata".